Tutti divisi tra Capi e Leader e nessuno parla di Manager

Fine.

Bisognerebbe iniziare così ogni dissertazione e formazione sull’argomento dell’abilità manageriale. Fine. Non nel senso di termine, ma nel senso di scopo, obiettivo, finalità.

E la finalità di un Manager è quella di qualunque azienda: aumentare la produttività, raggiungere i risultati, conservare la reputazione e via discorrendo, ma facendolo fare ai propri subalterni, dipendenti e “followers”, mentre ci si impegna a fare in modo che essi lo VOGLIANO fare e non lo debbano fare e basta.

Certo va esclusa dall’equazione qualunque forma di capo. Ma l’ossessione e la convinzione di formare qualcuno a diventare leader è veramente fuori da ogni umana comprensione. La leadership è qualcosa che si ha – innata o acquisita negli anni formativi – non qualcosa che si fa. Non si può studiare per diventare Nelson Mandela, Martin Luther King o Jean Todt. Josè Mourinho non è un leader perché ha studiato per diventarlo una volta promosso a Manager. Prendiamo a proposito l’esempio del calcio e degli allenatori. In Inghilterra li chiamano Manager e non Coach perché si preoccupano dei risultati individuali, di squadra, identificano i benefit, i premi, individuano i profili da aggiungere al team e si occupano del reclutamento etc. Sono tutti leader? No. Alcuni sono bravissimi Manager, anche vincenti, ma non necessariamente leader. Alcuni sono straordinari leader e pessimi Manager. Esiste un numero tracciabile di Manager utili ad assolvere funzioni ma non esiste un numero tracciabile di leader su questo pianeta. Essere leader non è scontato, non è necessariamente verificato in una comunità o un gruppo di persone a campione che ci sia almeno un leader. Se fosse così facile non ci sarebbero gli Obama, i Maradona e gli Steve Jobs di questo mondo. Se fosse così facile basterebbe seguire dei corsi o leggere dei libri motivazionali. La verità è che i Manager andrebbero scelti per leadership congenita e non per risultati conseguiti nella mansione.

Mi capita di visionare ed analizzare moltissime offerte lavorative, così come ho potuto svolgere attività di consulenza presso aziende di qualunque entità e moltissime volte mi sono imbattuto nel concetto esplicito di avanzamento e promozione a ruoli di supervisione e coordinamento, sulla base dei risultati ottenuti nel precedente ruolo esecutivo. Questa non è meritocrazia. Questa è semplicemente follia! Cosa vi porta a pensare che un ottimo venditore sia necessariamente un ottimo manager di persone? Un venditore per mestiere deve vendere. Un manager per mestiere deve gestire altri. Mi sembrano due competenze molto distinte…Avete mai visto un Club di calcio promuovere ad allenatore un attaccante perché è quello che ha segnato più gol di tutti?!
Lo so, starete borbottando tra voi che i meritevoli vanno premiati e portati avanti anche se non hanno doti di leadership e di gestione delle risorse. Vero. Sacrosanto. Con benefit, con incentivi monetari o non, con incarichi di maggiore responsabilità e rilevanza nell’economia delle attività aziendali, con corsi di aggiornamento, con buoni premio etc etc etc…Ci sono centinaia di soluzioni per far crescere chi vuole e merita. Ci sono centinaia di soluzioni per gratificare, motivare ed incentivare.

Non avete leader naturali e avete comunque bisogno di Manager a guidare i vostri team e dipartimenti? Benissimo, preparate i vostri Manager a fare bene il lavoro di Manager. Non a diventare ciò che non sono. Potete (dovreste) prepararli con formazione sulla Gestione delle Risorse Umane, sulla comunicazione efficace, sul public speaking, sul recruiting e sulle relazioni interpersonali. Sarà solo mentre farete questo, che per pura coincidenza, starete formando persone che ottenevano successi per sè stessi, a far ottenere successo agli altri. Solo allora, quasi per sbaglio, avrete creato dei leader.

“The greatest leader is not necessarily the one who does the greatest things. He is the one that gets the people to do the greatest things.” – Ronald Reagan

Davide D’Ambrogio
Career Coach e Formatore

“Per far emergere talenti e competenze e fissare insieme nuovi traguardi professionali”.

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